… e anche un po’ ignorante!
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Secondo voi chi cadrà per primo, Berlusconi o Ahmadinejad?
Ho ricevuto una mail da Lidia in cui mi parla del clima natalizio al paesello, in Italia, e mi descrive simpaticamente la ricomparsa degli “inquietanti” (l’aggettivo è suo) Babbo Natale che si arrampicano sui balconi delle case. Anche da queste parti abbiamo in nostro bel clima natalizio, nonostante il caldo afoso di ieri. La città è come impazzita, caos, corsa ai regali, clacson furiosi, file interminabili, alberi di natale illuminati e stelle comete per adornare le avenidas. Insomma un mix perfetto per prepararsi a un Natale normale (a parte i 35 gradi dell’estate australe).
In un angolo tranquillo dietro casa, però, mi sono imbattuto in un personaggio – quello della foto qui accanto – tanto e forse anche più inquietante dei Babbo Natale nostrani. Ho pensato che avrà i suoi buoni motivi, alla vigilia di Natale, per voler arrampicarsi su di un muro e infilarci la testa. Ad ogni modo, Buon Natale anche a lui.
Ho scoperto che in queste settimane sono tornato a praticare la diglossia. E se devo proprio dire la verità, mi piace tanto essere diglossico.
Si può leggere sul Corriere di oggi che nella città tedesca di Bohmte hanno deciso di eliminare tutti i semafori e i segnali di stop. Sembra che in questo modo automobilisti e pedoni stanno più attenti, diventano più responsabili. E’ già successo nella città olandese di Drachten.
Mah, non saprei… All’angolo di casa mia c’è un incrocio. Un incrocio normale, tra due strade normali, ci passano le macchine e due linee di autobus. Io ci passo tutti i giorni. L’altroieri sera, alle 9, c’è stato un incidente che ha coinvolto ben 3 autoveicoli. Non ho capito come hanno fatto, sembrava una scena da film. C’era un gippone che era salito sul marciapiede e aveva centrato il pilastro di un edificio; senza quel pilastro sarebbe direttamente entrato nel negozio di frutta e verdura dell’angolo, facendo strage di pomodori, banane e zucchine. Per fortuna nessuno si era fatto molto male, solo qualche ammaccatura. A quell’incrocio non c’è semaforo, né segnale di stop. Magari se ce ne fosse stato uno, chissà…
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Molti dei lettori e delle lettrici di questo blog (beh, molti… diciamo un paio… che poi, in fondo, sono anche tutti) sono rimasti incuriositi dalla domanda che Marcello m’ha fatto l’ultima volta che ci siamo visti. Per chi se la fosse persa, la domanda era questa: ma col blog si rimorchia? Come probabilmente qualcuno benignamente ricorderà, di fronte a questa domanda io sono rimasto imbambolato, non ho saputo proprio cosa rispondere. Ma come mi ero ripromesso, ho chiesto a un mio amico, uno bravo, uno che di blog se ne intende (ometto a proposito di linkarlo perché se la sua ragazza sa che facciamo di questi discorsi non so se gli permette ancora di uscire da solo con me a bere una caipirinha). E sapete che mi ha risposto? M’ha detto che se si tratta di rimorchiare è meglio iscriversi ad un corso di salsa o merengue. Mi permetterei di aggiungere anche il tango. Comunque, caro amico, non sarei così sicuro.
Con pochissimo anticipo sul calendario, a Buenos Aires finalmente sembra essere arrivata la primavera. Infatti, da qualche giorno, le temperature massime in città superano i venti gradi. Era ora, verrebbe da dire, dopo aver trascorso questo lungo inverno che sembrava non volesse andarsene più e che ha perfino regalato ai portegni lo spettacolo del tutto inusuale di una nevicata. Insomma, il peggio sembra essere passato, i balconi cominciano a riempirsi di fiori e gli alberi sono pieni di nuovi germogli. Tutto quello che di solito accomuniamo all’idea dell’incipiente primavera. Ma, un momento, e le rondini? Ho alzato gli occhi al cielo ma niente, neanche l’ombra di una rondine, di un rondone, di un balestruccio. Sarà che a queste latitudini il binomio rondine-inizio della primavera non funziona?
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