Anche l’Argentina, come ogni altro paese, c’ha le sue fisse. Non finirò mai di stupirmi, ad esempio, nell’ascoltare ogni mattina alla radio quanti capi di bestiame sono entrati al Mercado de Liniers, el mercado ganadero más grande del mundo. Vabbé, ci sta, la carne argentina è importante per l’economia, è famosa e buona, ogni argentino ogni anno ne consuma tra i 60 e i 70 chili. Uno vorrà anche sapere quanti bifes de chorizo saranno disponibili quel giorno per poter programmare l’asado con amici e parenti. Un’altra fissa in questo paese, che vale anche come avvertenza per chi si accinge a venire da queste parti, è che non si deve mai pronunciare la parola “falklands”: si rischia di essere fatti oggetto di sguardi truci se non di veri e propri improperi. Qui, quelle isole sperdute in mezzo all’Atlantico, sono Malvinas e basta. Non vale neanche tentare la soluzione bipartisan “falklands-malvinas”. Malvinas e basta. La ferita di quella disgraziata avventura è ancora aperta, i morti mandati al macello dai generali golpisti nel 1982 reclamano ancora giustizia. Oggi l’Argentina democratica sta rivendicando in sede Onu, con le armi della diplomazia, la sovranità sulle isole. Tutto questo per dire che attraverso il blog di Patricio Zunini ho trovato una poesia di Jorge Luis Borges che volevo proporvi. La poesia venne pubblicata per la prima volta sul Clarín il 26 agosto 1982. Una poesia contro la guerra, contro tutte le guerre.
Juan López y John Ward
Les tocó en suerte una época extraña.
El planeta había sido parcelado en distintos países, cada
uno provisto de lealtades, de queridas memorias, de un
pasado sin duda heroico, de derechos, de agravios, de una
mitología peculiar, de próceres de bronce, de aniversarios,
de demagogos y de símbolos. Esa división, cara a los
cartógrafos, auspiciaba las guerras.
López había nacido en la ciudad junto al río inmóvil;
Ward, en las afueras de la ciudad por la que caminó Father
Brown. Había estudiado castellano para leer el Quijote.
El otro profesaba el amor de Conrad, que le había
sido revelado en una aula de la calle Viamonte.
Hubieran sido amigos, pero se vieron una sola vez cara
a cara, en unas islas demasiado famosas, y cada uno de los
dos fue Caín, y cada uno, Abel.
Los enterraron juntos. La nieve y la corrupción los
conocen.
El hecho que refiero pasó en un tiempo que no
podemos entender.
Jorge Luis Borges
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