Archivio per ottobre 2007

Fratelli d’Italia…

Tanoka convoca per sabato prossimo il 3° Raduno Tano alla Cantina Don Corleone e il giorno prima di Juve-Inter. Più italico di così…

Cristina, la Presidenta

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Sono passati pochi minuti dalla mezzanotte qui a Buenos Aires (le quattro di mattina in Italia) e seppur lo scrutinio dei voti sia in ritardo, sembra ormai sicuro che Cristina Fernández de Kirchner abbia vinto le elezioni presidenziali argentine rispettando tutte le previsioni della vigilia. Gli exit poll le danno il 46% dei voti, quasi il doppio della seconda candidata, Elisa Carriò: quanto basta, secondo la bizzarra legge elettorale argentina, per vincere al primo turno. Si concretizza in questo modo la staffetta interna alla coppia presidenziale che molti osservatori prevedono si ripeterà nel 2011. Aspettando di vedere quanto di quello che Cristina farà sarà all’insegna della continuità con il governo del marito Néstor Kirchner e, invece, quali elementi di novità ci saranno, il dato che più salta all’occhio di questa elezione annunciata è il protagonismo delle due donne candidate e che hanno raccolto più voti. Per un paese machista non è poco.

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Su e giù per l’Italia

Su gentile richiesta di Laura, eccovi alcune foto del mio ultimo viaggio in Italia. Buona visione. 

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Qui si copia…

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Lungo la costa a nord di Siracusa si trova la Penisola Magnisi, fazzoletto di pietra calcarea legato alla terraferma (neanche tanto ferma, in questo caso) da uno stretto corridoio sabbioso. Nonostante sia circondata dagli insediamenti industriali del polo petrolchimico di Priolo, la penisola è un posto suggestivo, il mare ha un bel colore intenso e di fronte, oltre il Golfo di Catania, si domina una vista spettacolare dell’Etna. E’ un posto adatto per il birdwatching, vi passano molti migratori anche per la prossimità delle Saline di Priolo, riserva naturale gestita dalla Lipu. La penisola si trova in una posizione strategica e fin dall’antichità, probabilmente per il fatto di essere un sito facilmente difendibile da attacchi esterni, è stato oggetto di insediamenti umani. Sulla penisola si possono ancora vedere i resti della città di Thapsos, fondata intorno al XV secolo a. c. Inoltre, scavate della roccia, si possono anche ammirare delle piccole necropoli formate da tombe a forma di tholos, ossia a forma circolare precedute da un piccolo vestibolo. Nelle foto che vedete sopra, entrambe scattate sulla Penisola Magnisi, a sinistra vedete una tomba a tholos e, a destra, l’ingresso di un bunker sotterraneo, risalente alla seconda guerra mondiale, che serviva a difendere le installazioni militari della base di Augusta. Anche se non proprio copiato, un po’ di ispirazione ci sarà stata?

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Trattorie

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Andrea ha scoperto che quella volta che siamo andati a cena insieme e pensavamo di essere stati da Don Corleone, in realtà non eravamo andati da Don Corleone ma alla trattoria che c’è accanto (praticamente attaccata) a Don Corleone. Il proprietario del Don Corleone è siciliano e ha detto ad Andrea che quando ci andiamo mi fa la pasta col sugo delle polpette, per farmi sentire a casa. E’ molto gentile da parte sua, ma a me le polpette col sugo non mi sono mai piaciute. Però sì, ci andremo da Don Corleone e spero proprio che cucini bene come Enzo, quello dove va a mangiare Montalbano (la foto è tratta dal sito www.vigata.org).

Cinema italiano

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In questi giorni ho fatto il pieno di cinema italiano. Un po’ vecchiotto, a dire il vero, ma è quello che si può vedere (tra cine e tv) da queste parti. Nell’ordine, ho visto: Ricordati di me, Io non ho paura, Mediterraneo.

Non mi ricordavo che nei titoli di coda di Mediterraneo, il film è dedicato a tutti coloro che stanno scappando.

Migratore, quasi un emigrante

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Oggi mi trovavo in una coda, in macchina, in piena Avenida Corrientes, una delle principali e più trafficate arterie di Buenos Aires. Coda, caldo, clacson, semafori rossi: un mix perfetto perché il mio sguardo annoiato andasse a curiosare sulla carrozzeria verde dell’Opel Vectra ferma davanti a me per scoprire un adesivo con una scritta in latino. Strano, ho pensato. Ho aguzzato la vista e… più che strano. Incredibile!!! Quod Siculi placuit, sola Sperlinga negavit. Quella scritta è incisa nella porta di ingresso del castello della cittadina di Sperlinga, in provincia di Enna. Io a Sperlinga ci sono stato una ventina d’anni fa, mi ricordo l’austerità di quel castello scavato nella roccia, le grotte nella pietra arenaria, la tranquillità di un piccolo borgo dove le chiavi stavano appese sulle porte delle abitazioni. Insomma, non ditemi che non è stupefacente che qualcuno si porti in giro, attaccata alla macchina, quella scritta: di un posto a più di 10 mila chilometri di distanza che ricorda avvenimenti accaduti nel lontano 1282. Sono caduto nel sentimentalismo? Mah, metteteci che in questi giorni termina la Settimana Siciliana in Argentina. E metteteci pure che domani al Teatro Avenida c’è Carmen Consoli. Mi sarà venuta la sindrome dell’emigrante?

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Di cosa si parla in Italia?

Claudio, argentino, mi ha chiesto l’altroieri come va in Italia, di cosa si parla. La prima cosa che mi è venuta in mente è stato il tema della sicurezza. Qualche anno fa ho avuto il piacere di conoscere personalmente Livio Pepino, magistrato torinese ed ex segretario di Magistratura Democratica. Eravamo in Brasile e avevamo organizzato delle attività per discutere delle politiche giudiziarie, del crimine organizzato, pubblica sicurezza e diritti umani. In quell’occasione ho potuto apprezzare la lucidità delle analisi di Livio Pepino, oltre alle sue qualità umane. Ho trovato un suo editoriale sul numero di ottobre della rivista Narcomafie in cui parla del pensiero unico, di questi tempi prevalente, in tema sicurezza. Che, come tutti i pensieri unici, rischia quantomeno di essere fuorviante. Ve lo propongo, se volete potete leggerlo qui.

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Cristina, la mediatrice

time.JPGAnche il settimanale americano Time fa il tifo per Cristina Fernández de Kirchner, candidata che secondo tutti i sondaggi sarà la comoda vincitrice delle elezioni presidenziali argentine del 28 ottobre prossimo. Il numero della rivista della settimana scorsa (15 ottobre) dedica alla first lady argentina un articolo lusinghiero fin dal titolo, “The Latin Hillary”. Anzi, a Cristina la rivista ha già trovato un ruolo nella politica internazionale: far da mediatrice/interprete tra gli Stati Uniti e i governi sinistrorsi di Chávez, Morales e Lula. I tre governi latinoamericani vengono descritti nell’articolo come dei residui di un epoca passata, una specie di fan club del Che Guevara che vive di sentimenti antiamericani e di parole d’ordine ormai sorpassate come “giustizia sociale” e “sovranità popolare”. Ma Cristina – continua l’articolo – oltre ad avere confidenza con questo linguaggio da anni ’80, domina espressioni del vocabolario di Washington come “responsabilità fiscale” e “razionalità capitalistica”. Beh, ci avevano detto che le ideologie erano morte e sepolte ma qualcuno si è tenuto lo stesso ben stretti i suoi stereotipi.

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I Pumas e il Che

Anche se ormai sui Pumas si è scritto tanto, non posso esimermi dallo scrivere un post sulla nazionale di rugby argentina che sta partecipando ai Mondiali di Francia. A poche ore dall’inizio della semifinale con il Sudafrica, comunque andrà, si può dire ormai che i Pumas hanno fatto storia. Contro ogni pronostico hanno battuto la Francia nella partita inaugurale del Mondiale e, battendo oggi i forti sudafricani, rischiano di giocarsi la finale con l’Inghilterra. Non solo storia, semrba, ma anche rivoluzione, per un Paese dove non esistono club professionistici e per una squadra con pochi soldi e la maglia in cotone (“senza tessuti grippanti e senza scariche elettriche”, cito testualmente e fideisticamente dalla Gazzetta dello Sport del 9 settembre scorso). Un mix troppo ghiotto perché il Corriere di tre giorni fa non gli dedicasse un pezzo dal titolo “I Pumas in mischia con lo spirito del Che“, ricordando tra l’altro i trascorsi da rugbista del rivoluzionario argentino. Magari senza andare a scomodare lo spirito del Che, speriamo comunque di vedere una bella partita.

Aggiornamento 15/10: alla fine i Pumas non ce l’hanno fatta e hanno perso 37 a 13. Venerdì si giocheranno il terzo posto con la Francia. Intanto anche il Manifesto di ieri dedica al binomio Pumas-Che un pezzo dal titolo “Il rugby furibondo del mediano Guevara” che potrà essere letto on line, per chi non è abbonato, solo domani.


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